Wozzeck è un’opera teatrale di stile espressionista composta da Alban Berg (1885-1935) tra il 1914 e il 1922. Quest’opera rompe con la tradizione: unisce un linguaggio musicale futuristico a una struttura formale classica, creando effetti drammatici mai visti prima.
L’opera si basa sul dramma incompiuto Woyzeck di Georg Büchner che riflette la disperazione della classe lavoratrice e il trauma della guerra, un tema profondamente legato alle esperienze personali di Berg durante la Prima Guerra Mondiale.
Struttura dell’opera
L’opera è suddivisa in tre atti, ciascuno composto da cinque scene. Berg abbandona la narrazione lineare tipica dell’opera tradizionale e utilizza invece diverse forme musicali (prese dalla musica strumentale) per ogni scena, enfatizzando la profondità emotiva dei personaggi e aggiungendo complessità all’opera.
Primo Atto: presentazione dei personaggi, con forme classiche
Nel primo atto, Berg presenta i personaggi e le loro vite travagliate, utilizzando forme musicali come la suite, la passacaglia e le variazioni.
La prima scena è costruita come una suite, una serie di brevi movimenti di danza, che rappresentano l’esistenza rigida e meccanica della vita quotidiana di Wozzeck.
Nella quarta scena appare la passacaglia, una forma barocca basata su una linea di basso ripetuta, che simboleggia l’inevitabilità e la disperazione del destino di Wozzeck.
Secondo Atto: sviluppo, attraverso la forma sinfonica
Il secondo atto segue la struttura di una sinfonia: ogni scena corrisponde a un movimento sinfonico. Tecniche come la forma sonata e il rondò servono a sviluppare l’azione drammatica in tensioni e conflitti sempre crescenti. Come lo sviluppo tematico di una sinfonia, questo approccio dà all’atto un senso di coesione e progressione, anche mentre la storia sprofonda in territori emotivi sempre più oscuri e carichi di tensioni e conflitti.
Terzo Atto: disintegrazione mentale e crollo emotivo
Il terzo atto si struttura in sei invenzioni, ognuna incentrata su un elemento musicale, come il ritmo o la tonalità. Questo atto simboleggia la disintegrazione mentale di Wozzeck e culmina nell’ultima scena, agghiacciante, in cui Wozzeck annega lasciando solo il suo figlio ormai orfano.
Atonalità e l’influenza espressionista
Il linguaggio armonico di Wozzeck è atonale, mirando ad evitare i centri tonali tradizionali. Berg combina tecniche seriali (apprese dal suo maestro Arnold Schoenberg) e lo Sprechstimme (una tecnica a metà tra canto e parlato) con elementi più tradizionali, quasi romantici. Questo mix rende l’opera emotivamente accessibile, pur utilizzando dissonanze moderne e forme frammentate.
Eredità
Wozzeck è una fusione attentamente costruita di strutture musicali tradizionali (come suite, sinfonie e invenzioni) usate in modo altamente innovativo per esprimere i tormenti interiori dei personaggi. L’approccio di Berg esalta i temi della follia, della disintegrazione e della disperazione, rendendo quest’opera un capolavoro potente e duraturo della musica del XX secolo.







