Petruska di Igor Stravinskij è un capolavoro che chiunque dovrebbe ascoltare almeno una volta. I primi cinque minuti sono un eccezionale esempio del genio assoluto di Stravinskij.
L’idea
Nel corso del 1910, Igor Stravinskij (1882-1971) voleva prendersi una pausa durante la composizione de ‘La Sagra della Primavera’. Pensava a un pezzo per orchestra in cui il pianoforte avesse un ruolo di primo piano. Immaginava che venisse eseguito mentre un burattino indisciplinato litigava con l’orchestra in un costante scambio di colpi. Da qui nacque l’idea di chiamarlo Petrushka, dal popolare burattino russo.
Diaghilev, fondatore dei Balletti Russi, ascoltò il pezzo ancora in bozza, e volle immediatamente lavorare assieme a Stravinskij per trasformarlo in un nuovo balletto. L’opera fu presentata nel 1911 a Parigi e fu accolta positivamente dalla critica fin dalla prima esecuzione.
Propongo di seguito una descrizione dei primissimi minuti dell’opera, come risulta nella sua coreografia originale del 1911 di Fokine.
Ambientazione
Siamo a San Pietroburgo, in Piazza dell’Ammiragliato, durante la settimana del Maslenica nel 1830: una festività che precede il periodo di digiuno della Quaresima. La gente sta festeggiando: le strade sono affollate di passanti, ballerini di strada, zingari, forze dell’ordine, curiosi, pettegoli e cocchieri. Il ritmo veloce e mutevole della musica enfatizza il via vai della folla.
L’apertura
La mucisa inizia con il flauto che intona un tema deciso:

Il flauto viene presto seguito dal pianoforte e dagli altri strumenti, preparando così la scena per il tema successivo, in un costante crescendo.
Mentre un gruppo di amici, ubriachi e in vena di festeggiamenti, emerge dalla folla, un’adattamento di Stravinskij della melodia popolare russa “Song of the Volochobniki” viene eseguito come una gran fanfara a piena orchestra:

Poi, con un rullo di timpani, uno squillo di ottoni e un improvviso cambio di tonalità, il Maestro di Cerimonie fa la sua apparizione sul balcone del suo tendone, vantando le attrazioni da vedere all’interno.

Le due danzatrici
Nel frattempo, una prima Ballerina emerge dalla folla, accompagnata da un suonatore di organetto (clarinetti e flauti che suonano un’altra melodia popolare russa, “Verso Sera, in Autunno Piovoso”).

In un primo momento, la folla presta poca attenzione alla ballerina, e l’imbonitore continua a urlare. Poi, la ballerina si sposta più avanti nel palco e inizia a danzare su un’altra canzone, una canzone sconcia da cabaret francese su una donna con una gamba di legno: “Une Jambe de bois”.

Mentre la canzone viene ripetuta da flauti, clarinetti e tromba, una seconda ballerina appare sulla scena, accompagnata da un carillon (la celesta nell’orchestra). Le due ballerine si contendono l’attenzione della folla per un po’ di tempo, finché non vengono interrotte dal ritorno del gruppo di ubriachi.
Il caos della fiera
Da questo punto in avanti, i temi ascoltati finora vengono ripresentati in una stretta sequenza, in uno stretto rincorrersi. Sul palco, la fiera è ora brulicante di rumori, risate e applausi. Il crescendo che ne risulta culmina in un passaggio a piena orchestra, interrotto improvvisamente da un rullo di tamburi. Questo annuncia l’ingresso del Mago, o “Ciarlatano” come viene talvolta chiamato, e dei suoi tre burattini: la Ballerina, il Moro e, naturalmente, Petrushka.
Ed è solo l’inizio
Questo è solo l’inizio della storia di Petrushka e del suo amore per la Ballerina ostacolato dal Moro. Sono passati solo cinque minuti dall’inizio dell’opera, i personaggi principali non sono ancora entrati in scena, eppure abbiamo già ascoltato una quantità eccezionale di musica di alta qualità.







