Le “Danze Ungheresi” di Brahms sono tra i brani più divertenti ed energici della musica classica, e alle spalle hanno una grande storia.
Colpito dalla musica popolare Ungherese
All’inizio degli anni 1850, Johannes Brahms (1833-1897) era in tournée come accompagnatore del violinista ungherese Ede Reményi, che era fuggito dall’Ungheria come rifugiato politico. Durante le loro esibizioni, Reményi suonava spesso brani tradizionali ungheresi.
Brahms ne rimase affascinato. Lui, solitamente considerato un compositore serio e tipicamente “tedesco”, trovò ispirazione nella musica popolare ungherese, soprattutto per i suoi cambi di tempo vivaci e imprevedibili e nella sua carica ritmica.
Un tocco di Brahms
Brahms iniziò a raccogliere frammenti di canzoni popolari e a rielaborarli nel suo stile. Molte delle melodie delle Danze Ungheresi non erano completamente originali, ma Brahms le trasformò, aggiungendo le sue armonie e variazioni, creando nella musica un mix del tipo “la musica classica incontra la musica popolare“.
Per aggiungere colore e tensione, Brahms usava cambi di tonalità inaspettati, ritmi sincopati e accenti fuori tempo, rendendo la musica imprevedibile. Questa imprevedibilità è la caratteristica principale dello stile verbunkos/csárdás, lo stile su cui si basavano i vecchi canti popolari magiari.
C’è anche una storia divertente legata alla Danza Ungherese No. 5, probabilmente la più famosa. Brahms prese in prestito la melodia pensando fosse un vecchio canto popolare. Ma non era per niente un canto popolare! Era in realtà un brano composto da un altro musicista: si trattava della csárdás Bártfai emlék (Memorie di Bártfa) del compositore ungherese Béla Kéler. Per fortuna, da questa storia non nacquero rancori, ma questo ci ricorda quanto era comune per la musica, all’epoca, saltare liberamente tra i mondi della classica e della tradizione popolare.
Pubblicate in quattro raccolte
Le 21 Danze Ungheresi furono scritte tra il 1858 e il 1869 e pubblicate in quattro raccolte tra il 1869 e il 1880. Furono originariamente composte per pianoforte a quattro mani, quindi per due persone che suonavano insieme sullo stesso pianoforte. Le danze furono un successo immediato.
Successivamnete, Brahms trasse per alcune di esse una versione orchestrale personalmente, mentre altre furono orchestrate da compositori come Dvořák (i numeri dal 17 al 21). Con i loro ritmi vivaci, i cambi di tonalità sorprendenti e quel mix di suoni gioiosi e malinconici, queste danze conquistarono subito il pubblico. Ancora oggi sono tra le opere più eseguite di Brahms.







